I primi anni ‘90, grazie al riconoscimento dell’Unesco (1993) e agli effetti della legge nr 771 del 1986, segnano l’avvio di un’importante fase di rinascita dei Sassi.
I due rioni tornano ad essere parte integrante della città: si dotano di infrastrutture e servizi, vengono riaperti percorsi e strade, si ristrutturano immobili, si restaurano monumenti e chiese, si riqualificano piazze e vicinati. Nei Sassi i materani tornano a vivere e a lavorare: oltre 2mila persone scelgono di risiedervi; si aprono uffici, studi d’arte, laboratori artigianali, società di design, grafica e informazione; nei Sassi si torna a passare il tempo libero: si inaugurano caffè, birrerie, tisanerie, auditorium, pub. Il nuovo interesse non è esclusivo dei materani: per mezzo secolo la città era stata completamente ignorata dal settore turistico, sia perchè il centro storico non era fruibile nè riqualificato sia per l’immagine cittadina legata esclusivamente alla miseria. I restauri, la consapevolezza dell’inestimabile patrimonio storico e lo straordinario impatto visivo che i Sassi regalano hanno ribaltato il destino turistico della città, con una crescita esponenziale del risalto mediatico, degli arrivi di visitatori e delle strutture cittadine loro dedicate. Nei Sassi sono sorte negli ultimi anni strutture ricettive e ristorative che riescono a coniugare luoghi suggestivi ed insoliti quali grotte e palazzi storici con moderni comfort e alta qualità dei servizi. Matera è oggi una delle più importanti destinazioni turistiche nazionali e la sua incredibile storia di rinascita è oggetto di interesse per testate giornalistiche ed editoriali di tutto il mondo.
A partire dal 2010 Matera ha puntato ad un riconoscimento ambizioso ed impensabile 60 anni prima: si è candidata a Capitale Europea della Cultura per il 2019. L’Unione Europea infatti ogni anno designa due città che con la propria storia e tramite un preciso programma di iniziative possano arricchire il dibattito culturale europeo. Ciascun Paese ospita la “Capitale Europea della Cultura” ogni 15 anni, ed il 2019 sarà l’anno dell’Italia e della Bulgaria. Una commissione giudicante di 13 membri nominata in parte dalla Commissione Europea e in parte dal Ministero dei Beni Culturali italiano ha scelto Matera fra una rosa di 21 città italiane che si erano candidate (Venezia, Lecce, Palermo, Siena, Ravenna, Perugia, Cagliari, Caserta fra le tante).
La scelta è maturata sulla base dei dossier presentati dalle città e da una visita in loco effettuata dai commissari. Dopo Firenze (1986), Bologna (2000) e Genova (2004), per la prima volta una città meridionale, Matera, rappresenterà l’Italia come Capitale Europea della Cultura nel 2019, prima che nel 2034 l’onore spetti nuovamente ad una città italiana.
La scelta della commissione ha valutato nel dossier di candidatura soprattutto i criteri della dimensione europea e della partecipazione dei cittadini ed ha premiato la visione proposta da Matera.
Nel dossier materano la “cultura” coincide con gli abitanti di un luogo e non con i luoghi stessi. Elementi cardine sono la definizione di “abitante culturale”, cioè cittadini produttori di cultura più che fruitori, e la visione di futuro vista come un luogo aperto (“open future”) nel senso di massima fruibilità e condivisione di tutte le produzioni umane immateriali. E’ la storia di Matera ad offrire tale lezione: un luogo dove la cultura è stata sia popolare che elitaria, sia spontanea che pianificata, dove diventa esplicito che la cultura non si limita solo alle arti letterarie e figurative ma informa la vita quotidiana di tutti gli uomini, in tutti i suoi aspetti.
Il capovolgimento è completo: da “Vergogna Nazionale” a “Patrimonio Mondiale”