Le architetture scavate di Matera sono migliaia e le abbiamo suddivise in differenti tipologie. Non è uno schema rigido, in quanto in base alle convenienze dell’epoca si adattava lo scavo ad una nuova destinazione d’uso e dunque ogni cavità conserva tracce appartenenti a diverse tipologie.
Per ciascuna tipologia abbiamo selezionato i luoghi più rappresentativi.
Chiese rupestri
Si tratta di luoghi di culto scavati nella roccia, risalenti a diverse epoche e presenti in numero considerevole (ne sono state catalogate fino a 150) sia nei Sassi che nel territorio materano. Non si tratta di grotte naturali, simili a caverne, ma di vere e proprie architetture scavate, che nulla hanno da invidiare alle architetture costruite, ed anzi spesso ne simulano forme, struttura e decorazioni: cupole, matronei, colonne, lesene, absidi, iconostasi, fonti battesimali, confessionali, altari: tutto è ricavato nell’opera di scavo, con un procedimento che spesso viene definito “architettura in negativo”, dove si toglie dal pieno anzichè costruire.
Una tesi ormai superata e priva di ogni fondamento riteneva fossero state scavate da monaci orientali eremiti, ma in realtà ogni chiesa rupestre presenta genesi e vicissitudini proprie, tutt’altro che avulse dal contesto storico locale, esattamente come per le chiese costruite. Molte conservano ancora la decorazione pittorica originale, nonostante quasi tutte siano state riutilizzate con altre destinazioni d’uso. Si tratta in prevalenza di affreschi medievali raffiguranti singole icone di santi, pur con importanti eccezioni con scene e cicli, opera di maestranze locali e meridionali, spesso di fattura pregiata.
Il ciclo di affreschi più antico e rappresentativo del territorio rappresenta la Genesi, risale circa all’ 830 d.C, epoca di dominio longobardo della città ed è steso sulle pareti della cosiddetta Cripta del Peccato Originale, fuori dalla città. Nel cuore dei Sassi svetta il Monterrone, un’emergenza rocciosa al cui interno sono scavate Madonna de Idris e San Giovanni in Monterrone, che conservano pregevoli affreschi rappresentativi della tipologia medievale delle icone. Un’ottima idea della complessità delle architetture scavate è fornita dalle chiese di Madonna delle Virtù con i suoi pilastri quadrilobati e matronei simulati sulla volta, da Santa Lucia alle Malve, ricca di archi pensili, nicchie e cupolette e da Santa Barbara, che conserva intatta l’iconostasi scavata. Il destino di riutilizzo comune a quasi tutti questi luoghi è ben testimoniato dal Convicinio di Sant’Antonio, un articolato complesso di 4 luoghi di culto comunicanti, trasformati in cantine nel Settecento, dove i palmenti per il vino convivono con affreschi trecenteschi. L’unico luogo di sepoltura aperto al pubblico è negli ipogei di San Pietro Barisano, con le cosiddette catacombe a scolare, dove i defunti erano disposti su sedili intagliati nella roccia.
La più monumentale delle chiese rupestri è la Madonna della Vaglia, poco fuori città, dotata di 4 portali e 3 navate absidate, ma attualmente chiusa al pubblico. Madonna delle tre porte, nel Parco della Murgia materana, fu testimone dell’episodio più eclatante avvenuto in una chiesa rupestre nell’ultimo secolo, avendo subito il furto della quasi totalità dei suoi affreschi, recuperati poi grazie ad indagini accurate e rocambolesche di comuni cittadini.
Casali rupestri
Durante l’epoca di dominio bizantino (intorno all’anno Mille), politiche fiscali favorirono il popolamento delle campagne: vennero così costituendosi piccoli nuclei abitati nell’agro, i casali, che riunivano strutture residenziali e produttive e che furono abbandonati già nel corso del Duecento. Fra questi insediamenti rurali, si rinvengono ancora oggi molti casali rupestri, che si sono ben conservati proprio in quanto scavati nella solida roccia. All’interno dei casali si possono facilmente riconoscere grotte appartenenti alle diverse tipologie che descriviamo in questa pagina, dai luoghi di culto alle case, ai luoghi di produzione. Non dimentichiamo come alcuni di questi casali, prossimi al nucleo urbano, costituirono le cellule primordiali dei rioni Sassi.
Il più completo e rappresentativo dei casali rupestri è il “Villaggio Saraceno”, che prende il nome dalla famiglia Saraceno cui apparteneva, e dista circa 10 km dai Sassi. Ci sono oltre 90 grotte, allineate lungo una piccola valle affluente della gravina. Fra queste, spiccano la chiesa di Santa Maria al Visciolo (già conosciuta come San Luca), l’esempio meglio conservato di chiesa rupestre dell’XI secolo, e tipici esempi di dimore, percorsi e cisterne dei casali. I sentieri che vi conducono non sono segnalati, ma l’escursione è agevole con l’aiuto di una guida.
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